Essere consapevoli che possiamo avere torto è cosa completamente diversa dal ritenere che non abbia senso parlare di torto e ragione. Considerare sul serio idee diverse dalle nostre è cosa completamente diversa dal ritenere che tutte le idee valgano uguale. Rendersi conto che un giudizio nasce all’interno di un quadro culturale complesso ed è legato a molti altri non implica assolutamente che non possiamo renderci conto che sia sbagliato. C. Rovelli [Rovelli 2014]
1. E’ importante parlare della stessa cosa
2. Davvero è necessario condividere cosa intendiamo per scienza? Non è già chiaro?
3. E quindi?
4. E’ sufficiente?
5. Ma di quali “procedimenti” si parla?
6. Riassumendo
7. Ho scritto davvero una cosa nuova?
8. Bibliografia
1. E’ importante parlare della stessa cosa
Il vocabolario del dibattito politico, quando coinvolge aspetti etici, include terminologie e concetti presi dalla scienza, usati per rafforzare le posizioni argomentate; nelle manifestazioni culturali orientate alla diffusione di uno stile di vita e pensiero naturale, si introducono terminologie mutuate dalla scienza (quali esempi, fisica quantistica, principio di indeterminazione) . Nei recenti anni del Covid-19, la contrapposizione di diverse opinioni scientifiche ha fatto emergere conflittualità che sono ancora evidenti in molti aspetti della vita sociale. Secondo [Mubeen 2023]
“La stessa matematica compare in trasmissioni radiofoniche e televisive, con esperti, opinionisti e politici di tutti i tipi che invocano modelli per stimare l’impatto delle nostre azioni sull’economia e sulla salute. All’inizio della pandemia di Covid-19, i didatti della matematica si sono rallegrati del fatto che concetti come crescita esponenziale stessero entrando nel lessico non soltanto degli intellettuali da salotto in modi che soltanto un paio di anni prima sarebbero stati indispensabili. Ciò nonostante, continuiamo a vedere usata la matematica in modo improprio, intenzionalmente o no, per giustificare politiche dubbie. Anche se il pubblico si mostra desideroso di confrontarsi con la matematica come mezzo per comprendere il mondo, e i governi ci assicurano che stanno “seguendo la scienza”, c’è poca chiarezza su ciò che questo comporta”.
Trump in USA ha vinto, e la destra strumentalizza le istanze della popolazione che si è sentita coinvolta da pratiche emarginanti. Da [Oreskes 2021]
“[..] i temi citati [cambiamento climatico, dieta, vaccini] vengono contestati perché vari gruppi [..] sono insoddisfatti dell’autorità scientifica. Alcuni di essi vogliono che la scienza venga sminuita. Poiché la scienza ha sfidato i loro interessi o le loro credenze, loro sfidano la scienza.”
La scienza, se vista come qualcosa di “altro”, estraneo alla comprensione delle dinamiche sociali, viene percepita come un ostacolo, un veicolo di oppressione e limitazione delle libertà. Ne conseguono rifiuto e scetticismo. Questa estraneità non è comunque totale, si percepisce la scienza come qualcosa di importante e autorevole, e le narrazioni alternative vengono corredate di argomentazioni che mutuano quelle scientifiche; se palesemente infondate, provocano uno speculare rifiuto da parte di chi nella scienza ha fiducia. Per permettere e promuovere un dibattito libero da posizioni preconcette, questa situazione andrebbe analizzata e compresa. Ancora [Oreskes 2021]
“[..]questi non sono pareri scientifici in conflitto. Sulla maggior parte delle questioni scientifiche altamente contestate [..] il consenso scientifico esiste. [..] . Il dibattito politico e culturale non è affatto illegittimo, ma il dibattito politico travestito da scienza è disonesto”.
Ipotizzo che alla base di queste contrapposizioni ci sia un fraintendimento sui termini, un mancato accordo su quello che si intende per “scienza”.
2. Davvero è necessario condividere cosa intendiamo per scienza? Non è già chiaro?
No, non lo è. L’Enciclopedia Treccani online non riesce a fare meglio che proporre definizioni o mancanti di ogni riferimento al contesto socioculturale, o sostanzialmente circolari, dove per scienza si intende il prodotto dell’attività scientifica [Treccani 2024].
La prima definizione della Treccani è
Con il termine SCIENZA si intende in generale un insieme di conoscenze coerenti e organizzate in modo logico, che partono da alcuni principi fissi e vengono ottenute con metodi molto rigorosi
Sembra giusto, e sufficiente. Però, in [Cini 1990] si legge:
“.. Richard Feynman, uno dei più geniali fisici della generazione successiva, oggi sulla settantina, diceva pochi anni fa ai suoi studenti : Non cercate di trovare una spiegazione del perché le cose vanno così: nessuno è veramente mai riuscito a capire la meccanica quantistica”
Quello che intende Cini, e Feynman brillantemente “volgarizza” è che nessuno mette in dubbio la capacità della meccanica quantistica di corrispondere ai fenomeni osservati e predirne di poi effettivamente osservati, il problema è che (ancora da [Cini 1990])
“.. la maggioranza [della comunità dei fisici] utilizza la meccanica quantistica … non preoccupandosi molto delle sue implicazioni epistemologiche e dei suoi fondamenti logici”
Quindi non serve preoccuparsi della logica se il tutto funziona? Strano, e ovviamente la risposta è no, o perlomeno non senza esserne consapevoli. Ma comunque la necessità di mettere “logico” nella definizione si indebolisce.
Nell’epilogo di [Russo 2003], storia della teoria delle maree, leggo:
“Abbiamo visto scienziati che per secoli hanno continuato a travasare affermazioni da un libro all’altro, tentativi di interpretare antichi testi contrabbandati per intuizioni originali, storici della scienza che ne nascondono la storia e molte altre umane debolezze. Forse non si tratta di fenomeni che riguardano solo la teoria delle maree”
Dubbio: “alcuni principi fissi” e “metodi molto rigorosi” li mettiamo nella definizione? Forse no. I principi e i metodi rigorosi sono necessari. E la storia della teoria delle maree è una storia di scienza scritta da uno scienziato. Ma non basta definirsi rigorosi per esserlo sempre.
Il metodo scientifico è associato – quasi un sinonimo – al nome di Galileo. Il che ha certamente delle ragioni importanti. Ma [Cini 1994] introduce un aspetto scomodo:
“Dobbiamo perciò convenire che, nel caso del confronto fra Galileo e gli aristotelici, la vittoria non è andata in modo semplice e lineare a chi disponeva di uno strumento sicuro per illuminare la via della verità, sconfiggendo chi brancolava nelle tenebre dell’errore e della superstizione. Si è trattato invece di una controversia, nella quale ogni contendente, contrapponendo argomenti di tutti i tipi, utilizzando ugualmente le armi della logica e della retorica, ha fatto il possibile per conquistare il pubblico alla propria tesi e screditare l’avversario. Soltanto molto tempo dopo che il vincitore ha conquistato il successo, le sue argomentazioni hanno acquistato rigore ineccepibile e giustificazioni inoppugnabili”
E quindi la definizione della Treccani è una definizione a posteriori, la storia scritta dai vincitori. Io parteggio per Galileo. Ma Galileo non ha agito solo secondo il “metodo galileiano”, e soprattutto – per quello che qui interessa – decisamente non seguendo la definizione della Treccani.
Fra pagina 72 e pagina 73 della mia copia di “Misticismo e Logica”, di Bertrand Russell ([Russell, 1993]) c’è un post-it, chissà quando ce l’ho messo ma mi viene in aiuto adesso per ritrovare:
“la matematica può essere definita come la materia nella quale non sappiamo mai di che cosa stiamo parlando, né se ciò che stiamo dicendo è vero”
Che è una vera definizione (almeno della matematica con approccio logicista) , non un gioco di parole. Anche dopo tanti anni che so che esiste, mi affascina vedere come in una frase Russell abbia messo un mondo, anzi molti mondi uno dentro l’altro. Però, non è una definizione di scienza. La scienza spiega le maree, e le maree sono fenomeni veri, sappiamo di cosa stiamo parlando. E’ una definizione della matematica, che è solo una parte della scienza. E comunque [Kitagawa – Revell 2024]
“[..] la matematica è passata da un posto all’altro lungo le strade degli scambi, culturali e commerciali. Tuttavia, il suo progresso non è stato lineare. E’ andata avanti e poi tornata indietro, in movimenti che si sono diramati sulla superficie del pianeta; è partita per la tangente, si è inoltrata in percorsi avventurosi, qualche volta infilandosi in in strade senza sbocco. E tutto questo ha contribuito ad arricchirla. A dispetto della sua fama, la matematica, nel suo sviluppo, ha avuto poco a che fare con la progressione logica ed è stata qualcosa di ben più caotico.”
3. E quindi?
Sono convinto sia necessario dare una definizione di scienza che consideri in qualche modo le problematiche affrontate prima. Ecco la mia prima proposta:
La scienza è un’attività sociale il cui fine è spiegare l’universo nel quale viviamo
Non è del tutto convincente. Come evitare che questa definizione includa la “pseudoscienza” che omette dalla propria pratica criteri basilari quali la replicabilità dell’esperimento e la rigorosità delle dimostrazioni? Un modo potrebbe essere questo:
La scienza è un’attività sociale, il cui fine è spiegare l’universo nel quale viviamo, per mezzo di procedimenti e concetti condivisi dalla comunità degli scienziati.
Ma questa è la circolarità che ho imputato alla Treccani. Credo sia indispensabile tenere conto che i risultati della scienza applicata hanno una influenza rilevante sulla vita delle persone e dovrebbero venire – e vengono – messi in discussione per le loro implicazioni etiche, sociali e anche politiche. Un caso emblematico sul legame potenzialmente distruttivo dell’influenza politica sulla scienza è la genetica sovietica di Trofim Lysenko, che impose le sue convinzioni sostenendo e facendosi sostenere dallo stalinismo, in una vicenda quasi incredibile per le conseguenze cui portò. Un riferimento (in italiano mi pare edulcorato) è in [Wikipedia 1], riporto qui un breve brano:
“La biologia miciuriniana divenne, quindi, l’emblema di un nuovo modello di scienza, basato sulla contrapposizione tra due blocchi: il mendelismo – morganismo – weismannismo e il miciurinismo, descrivendo così l’inconciliabilità della scienza occidentale e quella sovietica. Pertanto con l’estate del 1948 il confronto locale tra genetisti e lysenkoisti si trasformò in una campagna ideologica di portata mondiale”
Espando la definizione in:
La scienza è un’attività sociale, il cui fine è spiegare l’universo nel quale viviamo. La comunità tutta, mediante il dialogo fra le istanze economiche, sociali e politiche, indirizza l’attività e per mezzo di procedimenti condivisi valuta e utilizza i risultati ottenuti.
4. E’ sufficiente?
Qualche tempo fa ho letto in rete un articolo su una ricerca medica che associava la dimensione del polpaccio alla longevità. Ho associato questo articolo a delle nozioni che mi aveva trasmesso il mio amico D. sulla relazione fra sarcopenia e allenamento di articolazioni e muscoli della parte bassa della gamba. Ho girato l’articolo a D., “guarda, una cosa che conferma quanto mi dicevi”. Lui ha risposto dicendo che l’articolo è una completa sciocchezza…. Ho capito che ero cascato nel meccanismo che tante volte ho criticato, associando acriticamente nozioni che non ho ben assimilato e traendone conclusioni sbagliate. Quindi, sapere la definizione di scienza non è sufficiente per comportarsi in modo scientifico. Cosa ho sbagliato nel credere che quell’articolo fosse una conferma di quanto già mi sembrava di sapere? Ho letto delle cose, sapevo altre cose, le ho associate, ho tratto delle conclusioni. Ho creduto alla mia associazione finché D non ha affermato che una delle cose che ho associato era una sciocchezza. In effetti , mi accorgo che D non mi ha corretto. Ha affermato una cosa. Sono io che riconoscendo in D un’autorità, ho corretto la mia opinione su quanto avevo appena letto. A questo punto, mi pare che alla definizione vada aggiunto in qualche modo il ricorso all’autorità. Secondo [Oreskes 2021]
“[..] fidarsi della scienza – non è affermare che gli scienziati seguono una formula magica (“il metodo scientifico”) che garantisce i risultati. L’idea persiste nei libri di testo e nell’immaginario collettivo, ma non supera lo scrutinio storico. A superarlo è invece l’immagine della scienza come attività comunitaria di esperti, che impiegano metodi diversi per raccogliere evidenza empirica e passano al vaglio la conclusioni che ne traggono”
Mi pare che Oreskes in questa frase escluda la comunità più generale, cosa che mi pare un difetto nella sua esposizione . La mia definizione diventa
La scienza è un’attività sociale, il cui fine è spiegare l’universo nel quale viviamo. La comunità tutta, mediante il dialogo fra le istanze economiche, sociali e politiche, indirizza l’attività. Per mezzo di procedimenti condivisi (e in alcuni casi mediante delega a specialisti) valuta e utilizza i risultati ottenuti.
5. Ma di quali “procedimenti” si parla?
Il “metodo scientifico” è comunemente associato a: ricorso all’esperimento, replicabilità dei risultati, dimostrazioni rigorose. Essendo la scienza un’attività sociale – anche solo la replicabilità dei risultati lo sottintende – non è certamente controverso aggiungere la necessità di valutazione esterna. Un primo elenco è quindi:
- Metodo sperimentale
- Risultati replicabili
- Dimostrazioni rigorose
- Valutazione esterna dei risultati
Abbiamo già visto come la rigorosità di una dimostrazione non sia sempre strettamente necessaria. E alla replicabilità va aggiunta certamente la falsificabilità [Wikipedia 2]. Un risultato è vero fino a quando non viene smentito, e i risultati proposti devono poter essere sottoposti a tentativi di falsificazione. Anche la valutazione etica è necessaria per evitare quanto possibile repliche dell’esperienza di Lyssenko. Aggiornando l’elenco:
- Metodo sperimentale
- Risultati replicabili e falsificabili
- Dimostrazioni rigorose quando necessario
- Valutazione esterna dei risultati
- Valutazione di eticità
La mia esperienza con D. che ho descritto prima, insieme con il principio logico di dedurre da assiomi verità sempre più complesse (caratterizzante soprattutto la matematica) e il fatto che non dobbiamo ogni volta reinventare la ruota, mi porta ad aggiornare così:
- Metodo sperimentale
- Risultati replicabili e falsificabili
- Dimostrazioni rigorose quando necessario
- Valutazione esterna dei risultati
- Valutazione di eticità
- Applicazione consapevole del “principio di autorità”
C’è ancora un punto che voglio aggiungere, un altro termine che spesso vedo essere usato per squalificare la scienza: il riduzionismo. L’argomento è che la conoscenza va “estesa”, aprendola a esperienze nuove e diverse, non “ridotta”. Ma il riduzionismo non è banalizzazione, costrizione. La scienza è ciclicamente riduzionista. Come uno scalatore che chioda una sosta, sente la necessità di stabilire dei punti fissi da cui ripartire quando sta andando troppo oltre per muoversi in sicurezza. Il che è un modo diverso di interpretare l’intuizione di Kuhn [Wikipedia 3] dei salti fra scienza normale, rivoluzione e scienza normale non commensurabile con la precedente. La nuova scienza normale è introdotta da un “salto” che però richiede la riduzione al “gestibile” della vecchia scienza normale. La scienza è riduzionista anche quando cerca la “teoria del tutto”, cercando di ridurre le distanze fra le discipline (fisica e chimica, chimica e biologia). Si tratta di un argomento molto dibattuto, ma certamente non implica una preclusione alla contaminazione fra esperienze e conoscenze diverse.
Quindi:
- Metodo sperimentale
- Risultati replicabili e falsificabili
- Dimostrazioni rigorose quando necessario
- Valutazione esterna dei risultati
- Valutazione di eticità
- Applicazione consapevole del “principio di autorità”
- Riduzionismo come principio di progresso
6. Riassumendo
La definizione di scienza è:
La scienza è un’attività sociale, il cui fine è spiegare l’universo nel quale viviamo. La comunità tutta, mediante il dialogo fra le istanze economiche, sociali e politiche, indirizza l’attività. Per mezzo di procedimenti condivisi (e in alcuni casi mediante delega a specialisti) valuta e utilizza i risultati ottenuti.
E i suoi metodi sono
- Metodo sperimentale
- Risultati replicabili e falsificabili
- Dimostrazioni rigorose quando necessario
- Valutazione esterna dei risultati
- Valutazione di eticità
- Applicazione consapevole del “principio di autorità”
- Riduzionismo come principio di progresso
7. Ho scritto davvero una cosa nuova?
Di fatto no, se non molto poco. La cosa che non ho mai trovato è una definizione breve di scienza, quella la ho scritta io ed è quella in cui mi ritrovo di più. In [Oreskes 2021] si legge
“[..] la nostra fiducia non va agli scienziati – per quanto saggi e retti possano essere – ma alla scienza in quanto processo sociale, che sottopone le proprie affermazioni a rigoroso scrutinio.”
che è una definizione contenuta nella mia. Da quella ero partito per il ragionamento che ho sviluppato qui. Il resto viene da letture più o meno datate, è bello vedere come i libri più recenti di epistemologia tengano tutti conto delle implicazioni sociali della scienza. Questo avveniva anche in passato ([Russell 1993] è un libro del 1914…), però una volta Cini ([Cini 1990] e [Cini 1994]) o Russo ([Russo 2021], [Russo 2003]) erano delle eccezioni.
Le prime 50 pagine di [Oreskes 2021] sono un eccellente riassunto del pensiero epistemologico dal 700 a oggi. Per avere un’idea dei nomi importanti e di cosa hanno detto, è più che sufficiente. Io ho imparato che esistono Sandra Harding e Helen Longino, non le avevo mai sentite nominare. Sono epistemologhe che hanno portato qualcosa di veramente nuovo all’epistemologia, il punto di vista del femminismo e dell’inclusione. Per quanto riguarda “cosa serve per produrre conoscenze affidabili”, elenca “Consenso”, “Metodo”, “ Evidenza”, “Valori”, “Umiltà”.
[Kitagawa – Revell 2024] è un libro molto bello, documentato e originale. La parte tecnica è limitata all’essenziale, ed è spiegata bene. L’approccio alle questioni di genere e di etnia è significativo ma non preponderante. Mi ha insegnato molte cose che non sapevo, soprattutto sulla matematica cinese. Da segnalare (e forse questo è l’unico appunto) l’omissione del fatto che i gesuiti hanno insegnato ai cinesi che la terra non è piatta; lo fanno comunque in modo elegante perché citano la progressiva messa in discussione del principio di autorità da parte degli studiosi cinesi. Il non poter discutere l’autorità è il motivo per il quale per secoli gli astronomi cinesi, con a disposizione secoli – molti di più di quelli a disposizione dei greci – di osservazioni astronomiche, si erano di fatto auto-impediti di vedere quello che l’occidente sapeva da sempre. Esplicitarlo avrebbe forse fatto perdere importanza ai contributi in direzione Cina –> Occidente, che sono la novità che porta il libro. Molto interessante anche la descrizione della difficile carriera di tante matematiche donne, e delle matematiche afroamericane.
[Mubeen 2023] è un bel libro sulla sociologia della conoscenza. Propone un approccio molto interessante all’intelligenza artificiale e ai modelli matematici. Osservo che la legge di Moore sulla potenza di calcolo è in discussione da diversi anni ormai, e mi è dispiaciuto leggere in un libro nuovo che sia considerata ancora come certamente vera. Inoltre, non ci sono i numeri di Peano, il fatto che si possano costruire i numeri con lo zero e il successore non può essere ignorato, se si parla di come pensiamo ai numeri. E’ chiaro che è culturale e non innato nei bambini, ma sono più di cent’anni che i numeri interi sono definiti così e secondo me non doveva essere omesso.
In generale, si vede come libri europei e libri americani abbiano approcci diversi. Anche l’epistemologia non prescinde dall’aspetto sociale.
Luca Fasolo
03/01/2025
8. Bibliografia
[Rovelli 2014] Carlo Rovelli, Che cos’è la scienza – La rivoluzione di Anassimandro. Mondadori 2014
[Treccani 2024] https://www.treccani.it/vocabolario/scienza_res-f93cbf16-e3dc-11eb-94e0-00271042e8d9/ La definizione completa è 1. Con il termine SCIENZA si intende in generale un insieme di conoscenze coerenti e organizzate in modo logico, che partono da alcuni principi fissi e vengono ottenute con metodi molto rigorosi (l’amore per la s.; i lumi della s.; uomo di s.). 2. Si chiama scienza anche un singolo settore di queste conoscenze, dedicato allo studio di un particolare aspetto della realtà (i principi, i metodi, i primi elementi di una s.). 3. Quando il termine viene usato al plurale, indica un insieme di discipline che hanno affinità tra loro sia per i metodi sia per il campo d’indagine (scienze naturali, umane, storiche, giuridiche, economiche), 4. oppure l’insieme delle discipline fondate sull’osservazione, l’esperienza e il calcolo (come la matematica, la fisica, la chimica) o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi (come la geologia, la geografia, l’astronomia, la zoologia e la botanica) (avere interesse per le scienze; l’ora, la lezione di scienze). 5. Più in generale, si chiama scienza l’insieme delle conoscenze acquisite attraverso la ricerca scientifica, e anche l’attività scientifica nella sua globalità e gli studiosi che vi si dedicano (i progressi della s.; la s. moderna). 6. Si può chiamare scienza, infine, anche il fatto di sapere, di conoscere qualcosa (l’albero della s. del bene e del male; sapere qualcosa di propria s.).
[Cini 1990] Marcello Cini, Trentatre variazioni su un tema – Soggetti dentro e fuori la scienza. Editori Riuniti 1990
[Russo 2003] Lucio Russo, Flussi e riflussi – Indagine sull’origine di una teoria scientifica. Feltrinelli 2003
[Russo 2021] Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata. Il pensiero scientifico greco e la scienza moderna. Feltrinelli 2021
[Cini 1994] Marcello Cini, Un paradiso perduto – Dall’universo delle leggi naturali al mondo dei processi evolutivi – Feltrinelli 1994
[Russell 1993] Bertrand Russell, Misticismo e logica, Tea 1993 (ristampa, prima pubblicazione dell’autore: 1914)
[Wikipedia 1] https://it.wikipedia.org/wiki/Trofim_Denisovi%C4%8D_Lysenko , https://en.wikipedia.org/wiki/Trofim_Lysenko
[Wikipedia 2] https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_falsificabilit%C3%A0
[Wikipedia 3] https://it.wikipedia.org/wiki/La_struttura_delle_rivoluzioni_scientifiche
[Oreskes 2021] Naomi Oreskes, Perché fidarsi della scienza. Bollati Boringhieri 2021
[Mubeen 2023] Junaid Mubeen, L’intelligenza matematica. Einaudi 2023
[Kitagawa – Revell 2024] Kate Kitagawa – Timothy Revell, Matematici Segreti. Aboca 2024
Puoi scaricare liberamente le tracce GPS che trovi su questo sito. Vengono dal tracking di percorsi che ho fatto io, a piedi o in bici.
Se vuoi contattarmi, scrivimi a luca.fasolo@gmail.com .
Alcune tracce GPS sono disponibili su hikebike.it ; hikebike.it raccoglie, oltre ad alcuni itinerari selezionati, esperienze di persone che fanno cose interessanti legate all'outdoor. Ti piace l'idea di costruire una rete? Contattami.